Apostołowie Bożego miłosierdzia (wł) / Gli Apostoli della Divina Misericordia
liczba stron: | 168 |
format: | 205x250 mm |
papier: | kredyowy, matowy 150 g |
oprawa: | twarda |
data wydania: | 28-02-2016 |
ISBN: | 978-83-7553-205-0 |
Gli episodi della vita di Santa Suor Faustina e di San Giovanni Paolo II esposti in questo libro aiutano meglio ad approfondire la conoscenza del piano di Dio, allo stesso tempo ci avvicinano a questi due grandi Apostoli della Divina Misericordia, cosi come alla diffusione in tutto il mondo del proclama sull’amore misericordioso di Dio. Il Signore Gesu dapprima scelse come confidente del suo grande segreto una ragazza semplice e con poca istruzione, ma particolarmente devota e con una memoria eccezionale. Scrisse le verita sulla Divina Misericordia nella sua anima come su un foglio bianco e lei riporto tutto minuziosamente nel Diario. Grazie alla sua caparbieta e all’aiuto del Beato Don Michał Sopoćko venne realizzato il primo dipinto del Gesu Misericordioso ed ebbe inizio la preghiera alla Coroncina della Divina Misericordia.
Dopo Faustina doveva comunque ancora arrivare qualcuno che avesse un’altra personalita, un teologo eccezionale e un grande papa che portera a termine l’opera da lei iniziata – con la forza del suo uffizio egli confermera la verita del proclama, beatifichera e canonizzera la Segretaria della Divina Misericordia, proclamera la festa della Divina Misericordia, realizzera l’atto di affidamento del mondo alla Divina Misericordia e consacrera la basilica di Łagiewniki che diventera il centro mondiale della Divina Misericordia. L’opera di San Giovanni Paolo II viene oggi portata avanti dai suoi successori – Benedetto XVI e Francesco, il quale ha dichiarato il 2016 Anno della Misericordia. Di tutto questo ci racconta in modo affascinante questo libro, grazie alla penna dell’eminente studioso di teologia della Divina Misericordia, Don prof. Jan Machniak, alla celebre pubblicista Jolanta Sosnowska, ma anche alle fotografie del maestro Adam Bujak.
WŁOSKA WERSJA JĘZYKOWA
INDICE
I. Card. Stanisław Dziwisz – Una parola del metropolita di Cracovia
II. Jolanta Sosnowska – Elena, diventata Santa Sour Faustina e Karol, diventato San Giovanni Paolo II
III. Cracovia, la capitale della Divina Misericordia
IV. Don prof. Jan Machniak – La Misericordia unisce le persone e le rende piu aperte agli altri
V. Białe Morza, La casa del Santo
VI. Accademia Internazionale della Divina Misericordia di Cracovia
Nel 1939, nella cappella della casa dell’ordine delle Suore della Madonna della Misericordia di Płock, dove Gesù apparve per la prima volta a Suor Faustina, venne esposta una delle copie del quadro di Kazimirowski. Alla cappella del convento di Vilna venne mandata una copia realizzata da Łucja Bałzukiewiczówna, donata alle sorelle da padre Michał Sopoćko nel 1940. Le prime riproduzioni di questa copia vennero realizzate a Cracovia nella stamperia di Józef Cebulski già nel 1937. L’Apostola della Misericordia non ne era molto soddisfatta. “Questi quadretti – scriveva Suor Faustina a don Michał Sopoćko – non sono così belli (…) Li comprano quelli che sono attirati qui dalla grazia divina e qui Dio fa tutto da solo. Per la nostra congregazione ne ha già comprati abbastanza. Madre Irena ha già diffuso questi quadretti e questi libretti. Abbiamo detto che li avremmo distribuiti persino davanti alla porta del convento”. Per la casa dell’ordine di Varsavia in via Żytna, il quadro di Gesù Misericordioso venne dipinto nel 1942 da Stanisław Batowski, artista di Leopoli.
Un anno prima di lasciare questo mondo, il primo ottobre del 1937, Suor Faustina sente dal Signore le seguenti parole: “Figlia, ho bisogno di sacrifici fatti per amore, poiché solo questo ha valore per Me. Grandi sono i debiti contratti dal mondo con me; le anime pure li possono pagare con i loro sacrifici, praticando la Misericordia spiritualmente. Comprendo le Tue parole Signore, e la vastità della Misericordia, di cui deve risplendere la mia anima. Gesù: Lo so, figlia Mia che lo comprendi e fai tutto quello che è in tuo potere, ma scrivilo per molte anime, che talvolta si affliggono perché non posseggono beni materiali coi quali praticare le opere di Misericordia. La Misericordia spirituale però ha un merito molto maggiore e per essa non occorre avere né l’autorizzazione, né il granaio, essa è accessibile a qualsiasi anima. Se un’anima non pratica la Misericordia in qualunque modo, non otterrà la mia Misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime sapessero accumulare per sé tesori eterni, non verrebbro giudicate prevenendo il Mio giudizio con la Misericordia!” (D. 1316-1317).
Nello stesso mese Faustina ricevette un messaggio riguardante le Ore della Misericordia: “Alle tre del pomeriggio implora la mia Misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel mio abbandono al momento della morte. È un’ora di grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella mia tristezza mortale. In quell’ora non rifiuterò nulla all’anima che Mi prega per la Mia Passione” (D. 1320).
In un’altra occasione il Signore Gesù spiegò a Suor Faustina più chiaramente: “Ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori. Poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima. In quell’ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri; in quell’ora fu fatta Grazia al Mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia. Figlia mia, in quell’ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono, e se non puoi fare la Via Crucis entra almeno per un momento in cappella ed onora il Mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di Misericordia. E se non puoi andare in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento là dove ti trovi. Voglio il culto della Mia Misericordia da ogni creatura, ma prima di tutto da te, poiché a te ho fatto conoscere questo mistero nella maniera più profonda” (D. 1572).
La malattia dell’Apostola della Misecordia continua a progredire. Viene mandata due volte a curarsi presso la Clinica Cittadina di Cracovia, a Prądnik. La prima volta vi resta dal 9 dicembre 1936 al 27 marzo 1937, per poi tornarci nuovamente dal 21 aprile al 17 settembre del 1938. Dopo la II guerra mondiale, la clinica divenne un vero e proprio ospedale che, nel 1990, ricevette il nome di Giovanni Paolo II.
Sebbene fortemente malata e molto debole, Faustina non si prende cura di sé. Fa visita agli altri malati, portando loro conforto, e, per quanto le forze glielo permettano, partecipa alla Santa Messa.
Non si lamenta, né mai è capricciosa. Su richiesta di Suor Faustina il Signore Gesù le rivela la data della sua morte. Questo segreto la monaca lo condivide solo con don Michał Sopoćko che le fa visita all’ospedale di Prądnik: “mi aveva previsto la sua morte il 26 settembre, dicendo che dieci giorni dopo sarebbe morta e infatti il 5 ottobre morì”. La guida spirituale, prima del viaggio di Suor Faustina verso la Casa del Signore, fu per un attimo testimone di un’esperienza insolita: “Una volta vidi Suor Faustina in estasi. Era il 2 settembre del 1938, quando le feci visita all’ospedale di Prądnik e ci dicemmo addio, perché dovevo andare a Vilna. Dopo essermi allontanato per qualche decina di passi, mi ricordai che le avevo portato alcune decine di esemplari stampati a Cracovia di quelle preghiere scritte da lei (novena, litania, coroncina) sulla Divina Misericordia. Tornai subito da lei per consegnargliele.
Quando aprii le porte del divisorio dove lei si trovava, la vidi immersa nella preghiera in posizione seduta, ma quasi come se fosse sollevata sopra il letto. Il suo sguardo era fisso verso un qualche oggetto invisibile, le pupille erano dilatate, ancora non aveva fatto caso al mio ingresso e io, non volendo disturbarla, avevo intenzione di uscire; in breve ella ritornò in sé, ora mi vedeva. e mi chiese scusa per non aver sentito il mio bussare alla porta e il mio entrare nella stanza. Le consegnai quelle preghiere e la salutai, lei allora mi disse: ‘Ci rivedremo in cielo!’ Quando successivamente il 26 settembre le feci visita per l’ultima volta a Łagiewniki, non voleva più parlare con me, o meglio forse non poteva, dicendo: ‘Sono occupata in quanto sono in rapporto intimo con il Padre dei cieli’. In effetti faceva come l’impressione di una creatura non di questa terra. Allora non ebbi più nemmeno il minimo dubbio che ciò che si trova nel suo diario sulla Santa Comunione, rivelato in ospedale dall’Angelo, corrispondeva a realtà”.
Suor Faustina, tra le altre cose, previde a don Michał Sopoćko anche il terribile destino a cui sarebbe andata incontro la Polonia: “Dopo aver sospirato coprì il volto dall’immagine di terrore che probabilmente allora aveva appena visto”, il destino della sua congregazione, ma anche in modo dettagliato le difficoltà e le persecuzioni che avrebbe incontrato la sua guida spirituale “per quanto riguarda la diffusione del culto della Divina Misericordia e i tentativi di riconoscimento della festa con tale nome nella Domenica dopo Pasqua, la domenica in Albis (era più facile sopportare tutto ciò nella consapevolezza che questa era stata fin dall’inizio e per tutta la storia, la volontà di Dio)” – scrisse nelle sue memorie del 1948 don Sopoćko.
L’ultima lettera alla madre generale Michaela Moraczewska, inviata da Faustina verso la fine di agosto del 1938, è colma di riconoscenza, umiltà e ossequiosità, ma anche di parole di scuse per ogni sua manchevolezza avuta nella sua vita di monaca. Suor Faustina firma la lettera con “la più grande miseria e la nullità”. “È morta in accordo con la volontà di Dio – ricordava suor Gaetana – Durante le ultime preghiere era molto tranquilla, rifutava le iniezioni di antidolorifici”.
Arrivata all’età di Cristo, 33 anni, se andò dal Signore, come le aveva preannunciato Gesù, il 5 ottobre del 1938. Sei ore prima si era confessata da padre Józef Andrasz. Aveva il sorriso sulle labbra e il suo sguardo che si stava lentamente spegnendo, era comunque pieno di gioia alla vista del Signore, un incontro di cui non vedeva l’ora. Alle ore 22.45 chiuse gli occhi per sempre. Sebbene si considerasse una nullità, i frutti della sua inutile vita, così poteva sembrare, con gli anni avrebbero portato un enorme raccolto in tutto il mondo.
Ancora nel primo quaderno del suo Diario (ve ne erano in tutto sei) Suor Faustina annotava: “Avverto bene che la mia missione non finirà con la mia morte, ma incomincerà, o anime dubbiose, solleverò per voi il velo del paradiso, per convincervi della bontà di Dio, perché non continuiate a ferire con la diffidenza il Cuore dolcissimo di Gesù. Dio è amore e Misericordia” (D. 281).
Al funerale di Suor Faustina che ebbe luogo il terzo giorno dopo la morte, il 7 ottobre, vennero, come aveva annotato suor Gaetana, molte sorelle, dei gesuiti e alcuni laici”. La Santa Messa venne celebrata presso l’altare centrale da Władysław Wojtoń, ma anche dall’altare del Cuore di Gesù, dove invece vi era padre Tadeusz Chabrowski. Si trattava proprio del primo venerdì del mese e della festa della Madonna del Rosario. Alla celebrazione, secondo il volere di Suor Faustina, non presero parte i genitori, in quanto lei non voleva addebitare loro i costi del viaggio da Głogowiec a Cracovia. Non venne nessun gerarca e nemmeno padre prof. Michał Sopoćko, che nei suoi ricordi scrisse laconicamente: “Per mancanza di tempo non sono potuto andare al funerale”.
Non molto tempo dopo la morte dell’Apostola della Misericordia iniziarono ad aver luogo miracoli e ciò continua anche ai giorni nostri. Forse uno dei primi fu la conversione del non credente signor Janek che da molti anni lavorava nel podere di Łagiewniki. Vedendo Suor Faustina nella bara, disse soltanto: “Ah, questa persona mi ha fatto un grande effetto”. Era il segno di un enorme cambiamento che stava avvenendo in quell’uomo proprio grazie a lei. Le suore di Łagiewniki ricevettero i suoi effetti personali: una il caldo mantello, un’altra l’abito religioso, e ancora la fede. Sebbene in convento si trattasse di una procedura normale, soprende comunque che non si sia pensato di conservare questi oggetti come reliquie della vita terrena della Mistica. Le sorelle spesso si rivolgevano a Dio e ora con il suo tramite ricevevano le grazie.
Con il tempo il culto assunse un carattere sempre più forte, sempre più persone cominciarono a far visita alla tomba di Suor Faustina. Già all’inizio della guerra la cappella del convento di Łagiewniki divenne accessibile anche ai fedeli. Vi venne in visita anche l’arcivescovo Adam Sapieha.
Un anno dopo la morte di Faustina se ne andò anche l’autore della prima immagine del Gesù Misericordioso, Eugeniusz Kazimirowski. Sulla cornice del quadro da lui dipinto, appariva la scritta: “Jezu ufam Tobie” – Gesù confido in Te – (non era allora ancora parte integrale dell’immagine); grazie agli sforzi di don Michał Sopoćko che ottenne l’accordo del metropolita di Vilna, l’arcivescovo Romuald Jałbrzykowski, che nel 1941 aveva chiamato una squadra di periti i quali avevano confermato che il dipinto possedeva significativi valori artistici e religiosi, il dipinto venne esposto di fianco all’altare centrale della chiesa di San Michele a Vilna, dove don Sopoćko era rettore. Nel 1951 il metropolita decide però di non accordare il permesso alla liturgia della Divina Misericordia.
Per 11 anni l’immagine ricevette l’omaggio che gli spettava nella chiesa di San Michele di Vilna, ma il suo culto sarebbe stato più diffuso se essa fosse rimasta a Ostra Brama. Padre Sopoćko non trovò l’appoggio né del metropolita di Vilna, né di altri gerarchi polacchi, nemmeno del primate polacco, il cardinale August Hlond, che gli disse che la chiesa non aveva l’abitudine di stabilire le feste a seconda della realizzazione delle singole eccellenze divine. Disperato, nell’aprile del 1939 si recò a Roma, da papa Pio XII che sedeva sul trono di Pietro dal 2 marzo, ma purtroppo non riuscì a ricevere udienza. Non venne nemmeno ammesso alla Segreteria di Stato e alla Congregazione dei Riti, per almeno esporre la sua questione urgente che tanto gli toglieva il sonno.
Per poter trasformare in realtà le raccomandazioni di Gesù, oltre agli instancabili sforzi del teologo don prof. Sopoćko, uomo di cultura, profondamente impegnato nella divulgazione del culto della Divina Misericordia, era necessario un altro eminente teologo che avrebbe prima ottenuto la carica di metropolita, poi quella di Vicario di Cristo e che, dopo aver mantenuto tutte le procedure previste, avrebbe introdotto in tutta la Chiesa il culto, la liturgia e la festa della Divina Misericordia. Quel qualcuno, quando Suor Faustina morì, aveva appena compiuto soltanto diciannove anni.
Quando Suor Faustina morì Karol Wojtyła aveva appena portato a termine la maturità con ottimi risultati. Insieme al padre si era appena trasferito da Wadowice a Cracovia, dove abitavano nel quartiere di Dębniki in via Tyniecka 10, al pianterreno rialzato di una casa che apparteneva a parenti da parte di madre. Si trattava di due stanze assai buie e una cucina. Il futuro papa cominciò gli studi di filologia polacca presso la facoltà di Filosofia dell’Università Jagellonica.
La nuova parrocchia di padre e figlio divenne la giovane parrocchia di San Stanislao Kostka a Dębniki, una chiesa edficata da poco. Là Karol Wojtyła si affeziona in modo particolare alla raffigurazione di Santa Maria Ausiliatrice dei Fedeli, davanti alla quale, secondo le parole da lui dette più tardi, troverà la sua vocazione. Anche la cattedrale di Wawel, le cui torri si trovano al di là della Vistola e che sono ben visibili da Dębniki, rimase vicina al suo cuore, anche perché là, nei suoi sotterranei, vi avevano trovato riposo i monarchi e gli eroi polacchi. Ogni primo venerdì del mese si confessava da don Kazimierz Figlewicz, il suo catechista di Wadowice, partecipando anche a tutte le liturgie.
Una compagna di università, in seguito famosa slavista e comparatista, la prof. Maria Bobrownicka, lo incontrò nella cattedrale, il 6 aprile 1939: “era presente durante la celebrazione della festa del Giovedì Santo, quando l’arcivescovo Sapieha compieva il rito del lavaggio dei piedi al Wawel. Poi si soffermò a lungo con fare pensieroso presso la tomba di Jagiełło. Successivamente pregò a lungo presso il Santissimo Sacramento nella cappella di Batory”.
Non vi era ancora molto che potesse suggerire che Karol Wojtyła avrebbe scelto il cammino spirituale, sebbene sin dai primi anni di gioventù si fosse differenziato per la sua devozione, fosse stato per molti anni il presidente del Sodalizio Mariano degli alunni del ginnasio e affrontasse in modo assai profondo tutte le liturgie. Era anche appassionato di letteratura, lui stesso componeva versi e recitava con passione in rappresentazioni teatrali. Sognava riguardo agli studi polonistici, ma anche a quelli teatrali. Amava i classici polacchi: Słowacki, Mickiewicz, Wyspiański.
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